Edoardo Barman A.I.B.E.S.
Orange wines
Orange wines

Orange wines

Gli orange wines

Orange gold, Orange wines
Un Orange wine francese: Orange gold di G. Bertrand
Foto: Autore sconosciuto

Gli Orange wines, o Vini bianchi macerati, si stanno facendo strada nel mondo del Vino, andando controcorrente e sconvolgendo le regole, che hanno dimostrato di essere talvolta fin troppo rigide.

Sono Vini accattivanti per il colore e per il gusto; non sempre per l’olfatto, come vedremo più avanti.

Nascono insieme al Vino stesso, millenni fa, in Georgia, dove ancora si conserva la tradizionale vinificazione nei kvevri, le tipiche anfore di terracotta, ma il ritorno in auge di questi Vini si deve soprattutto alla scuola friulana-slovena.

Questo metodo produttivo è in realtà una tradizione antica e contadina, andata in disuso con l’avvento dei nuovi macchinari di cantina, che permettono di separare le bucce dal mosto, immediatamente dopo la spremitura.

Si tratta, in sintesi, della vinificazione “in rosso” di uve a bacca bianca; questa tradizione ha resistito al tempo ed allo sviluppo tecnologico in Georgia, ma anche in Slovenia ed in diverse zone d’Italia, quali Friuli V.G. , Emilia-Romagna, Veneto e Liguria.

Non è quindi sbagliato pensare che nell’antichità, alle origini del Vino,, tutti i Vini bianchi fossero macerati.

Il colore di un Vino, si sa, è dato dal contatto con le bucce dell’uva: in questo caso, grappoli a bacca bianca che non vanno incontro a pressatura diretta, ma a una pigiatura, durante la macerazione rilasciano tannini e antociani, entrambi polifenoli, responsabili rispettivamente di astringenza e colorazione.

La macerazione, quindi il contatto del mosto con le bucce ed i lieviti, può durare, a seconda delle esigenze, da alcuni giorni a diversi mesi.

Questo permette ai Vini di acquisire tannini, polifenoli e sostanze aromatiche e proteiche che li rendono diversi sia dai bianchi sia dai rossi dal punto di vista visivo, olfattivo e gustativo.

Il Vino arancione è una vera e propria rivoluzione, nata dai produttori e che ha trovato negli estimatori del Vino naturale i suoi migliori alleati.

Spesso, infatti, la produzione degli Orange wines viene fatta applicando alla vigna metodi biologici o biodinamici, con una grande attenzione all’ecologia e la riduzione al minimo dell’uso di sostanze chimiche e/o artificiali.

De sol a sol, Orange wines
Un Orange wine spagnolo: De sol a sol
Foto: Autore sconosciuto

Per questi due mondi è stato facile trovare punti di contatto, finendo per ricevere le medesime critiche, del tipo:

I bianchi macerati sono naturali, quindi puzzano” oppure “la macerazione serve a nascondere i difetti.”

Mentre in tanti portavano avanti a spada tratta queste critiche, le carte dei Vini dei ristoranti stellati, i banchi delle enoteche e gli scaffali dei wine-bar si riempivano di Orange wines e Vini naturali.

Questo a riprova che il gusto non è il frutto di una scuola, ma rimane uno spazio di negoziazione, nel quale sono i consumatori a dettare le regole.

Fatta la rivoluzione, è vero che poi ci si abitua: oggi chiunque assaggerebbe un Orange wine senza farsi troppi problemi, ma non è stato sempre così; non è passato molto tempo, infatti, da quando di fronte ai primi Vini arancioni, in tanti storcevano il naso.

Sarà stata la novità – anche se tanto novità non lo era – sarà che ci si era un po’ stancati dei bianchi di poca sostanza, quasi trasparenti; di fatto l’orangemania è decollata e sta convincendo sempre più appassionati.

Possiamo quindi affermare che Vini bianchi macerati e Orange wines sono la stessa cosa?

Tecnicamente sì, nella pratica meno ed ancor meno nel linguaggio comune; vediamo quindi tre distinzioni da farsi:

  • prima distinzione: durata della macerazione.

Macerazioni molto brevi privilegiano l’estrazione del colore, come nel caso dei Vini rosati, dove il colore è dato da un breve contatto con le bucce a bacca rossa e il tannino è assente.

Lunghe macerazioni portano invece maggior astringenza e struttura e più materia, a svantaggio del colore.

Quindi in un Cinque Terre bianco di Possa, i cinque giorni di contatto con le bucce garantiranno sì un po’ di materia, ma soprattutto un colore molto acceso grazie anche alla maturità delle uve, mentre nello spagnolo De Sol a Sol Airén Natural di Esencia Rural, grazie ai diversi mesi di macerazione, troveremo un vero e proprio rosso travestito da bianco.

Oslavje, Orange wines
Dal Collio, l’Oslavje di Radikon
Foto: Autore sconosciuto

Bianco macerato il primo, Orange wine il secondo.

  • seconda distinzione, non meno importante della prima, è il contatto con l’ossigeno durante la macerazione.

In caso di assenza di ossigeno (ambiente riduttivo), il colore prenderà una piega più dorata, come nella Verdeca Sette Lune dell’Archetipo, dove i sette mesi di macerazione incidono per lo più dal punto di vista dell’astringenza.

Nel caso invece di presenza di ossigeno (ambiente ossidativo), si raggiungeranno tonalità più aranciate, come nell’Oslavje di Radikon.

Banco macerato il primo, Orange wine il secondo.

  • terza distinzione è la propensione di una varietà alla macerazione, a seconda dello spessore delle bucce e del loro potenziale tannico e colorante (come funziona per i Vini rossi).

Sia che prediligiate i Bianchi macerati o gli Orange wines, oppure che per voi siano la stessa cosa, poco conta.

Ciò che è importante è che il movimento degli Orange wine e quello per lo sviluppo dei Vini naturali si sono spalleggiati a vicenda, e continuano a farlo.

Come per tutti i Vini è importante la temperatura di servizio, mai servirli freddi, ma a temperature intorno ai 15°, magari aprendo la bottiglia qualche tempo prima di metterla in tavola.

Gli Orange wines sono Vini adatti ad invecchiamenti medio-lunghi, soprattutto quelli sottoposti a lunghe macerazioni.

In conclusione si tratta di Vini sani, di nicchia, ma sempre più larga, magari un poco complicati al primo approccio, ma talmente ricchi di profumi e sapori da far ricredere anche i più scettici.

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