Edoardo Barman A.I.B.E.S.
Carcadè
Carcadè

Carcadè

Carcadè fresco
Fiori freschi di Carcadè: una esplosione di colore
Foto: Autore sconosciuto

Il Carcadè è consumato in tutto il mondo in virtù dei suoi numerosi benefici per la salute, tanto che in Egitto è diventato la bevanda nazionale.

Si tratta dell’infuso del calice carnoso del fiore dell’Hibiscus sabdariffa, da cui si può ricavare per infusione una bibita dissetante dal sapore gradevolmente aspro e dal colore rosso intenso.Può essere bevuto caldo o freddo e il suo gusto fruttato e leggermente acidulo delizierà le vostre papille gustative!

Il nome “karkadé” proviene dall’Egitto, ma questo infuso ha molti altri nomi. In Senegal si chiama “bissap”, in Messico “flor de Jamaica”, in Martinica e Guadalupa “Groseille pays” o semplicemente “Groseille”.

Il suo consumo è particolarmente alto in Egitto e Asia occidentale, sia caldo (con un sapore vagamente agro) sia freddo, per le forti proprietà astringenti, che aiutano a combattere la disidratazione e la sete.

Si afferma anche che abbia spiccate capacità regolatrici della pressione sanguigna.

L’infuso di carcadè dà origine ad una bevanda dal sapore acidulo, rinfrescante e dissetante, di colore rosso vivo.

Questa bevanda è digestiva e regolarizza la funzionalità epatica; è inoltre antinfiammatoria, lenitiva, vitaminizzante, utile anche nel combattere la stipsi cronica.

La presenza di antociani nella pianta rende la bevanda anche angioprotettiva.

Nei paesi dov’è abitualmente coltivato, il fiore viene raccolto in due diverse fasi di maturazione, ottenendone due tipi:

  • il carcadè verde (il cui uso è quasi esclusivamente limitato ai luoghi di coltura);
  • il carcadè rosso, che invece viene comunemente esportato e commercializzato.

In alcuni paesi i fiori maturi freschi sono usati anche per produrre confetture.

Il carcadè è spesso aggiunto nelle tisane in commercio (per esempio in quella di malva, di per sé incolore), per conferire all’infuso un colore rosso.

Infuso di Carcadè
Infuso di Carcadè: buono, dissetante, salutare.
Foto: Autore sconosciuto

Originario del Sud-Est asiatico e importato in Africa nel XIX secolo, l’Hibiscus Sabdariffa viene utilizzato principalmente per preparare il Karkadé.

Questa pianta perenne si è adattata molto bene al clima tropicale africano poiché richiede sole e calore per crescere.

Furono le tribù africane a iniziare a consumare questo ibisco dai fiori rossi sotto forma di infuso, che in seguito si diffuse in tutto il mondo.

Diversi decenni fa il suo consumo era assai diffuso in Italia, dov’era annoverato tra i “prodotti coloniali” provenienti dall’Eritrea, a suo tempo dominio italiano.

Il Carcadè era infatti anche chiamato il “tè degli italiani“, dato che, in seguito alle sanzioni economiche dovute alla guerra d’Etiopia, il  era divenuto molto costoso; quindi il regime fascista, nel quadro della sua politica autarchica, lo promosse come succedaneo di quest’ultimo.

Fiori di Ibisco secchi, pronti per l’infuso
Foto: Autore sconosciuto

Ingredienti:

  • 1,5 L di Acqua
  • 100 g di fiori di ibisco
  • 50 g di zucchero di fiori di cocco

Preparazione:

  • Portare l’Acqua ad ebollizione; lasciare in infusione i fiori di ibisco essiccati per 10 minuti, quindi rimuoverli;
  • Aggiungere lo zucchero dei fiori di cocco e mescolare.

Suggerimento:

  • puoi macerare il Carcadé con un filtro da tè, una pallina da tè o direttamente in una teiera con filtro incorporato.

Se non avete l’attrezzatura necessaria, potete macerare i fiori essiccati di ibisco direttamente con lo zucchero dei fiori di cocco in un contenitore e filtrare il tutto con un colino per eliminare i fiori prima di servire.

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