Edoardo Barman A.I.B.E.S.
Champagne
Champagne

Champagne

Lo Champagne

Champagne rosè
Champagne rosé di una grande maison
Foto: Fotograf J. Ylland – Pexels

Lo Champagne è un Vino spumante francese ad appellation d’origine contrôlée (A.O.C.).

Prodotto con Metodo Classico, è comunemente associato ai concetti di lusso e di festa.

Prende il nome dalla provincia storica della Champagne, situata nella regione francese del Grande Est, dove questo Vino viene prodotto.

Le regioni abilitate alla produzione di questo Vino, sono le seguenti:

  • Marne (66% della regione vinicola)
  • Aube (23% della regione vinicola)
  • Aisne (10% della regione vinicola)
  • Haute-Marne
  • Seine-et-Marne

Le uve utilizzate nella produzione sono

  • Chardonnay (uva a bacca bianca, 26% della superficie vitata),
  • Pinot Noir (uva a bacca nera, 37% della superficie vitata),
  • Pinot Meunier (uva a bacca nera, caratterizzata da una maturazione leggermente più tardiva rispetto al pinot noir, 37% della superficie vitata).
  • altri vitigni autorizzati, che rappresentano meno dello 0,3% del totale della superficie vitata sono l’Arbanne, il Petit Meslier, il Pinot Blanc ed il Pinot Gris (tutte uve a bacca bianca).

perché?

perché?

La storia

Champagne rosè per appuntamenti galanti
Lo Champagne è da sempre associato al lusso ed alla seduzione
Foto: Vladimir Konoplev – Pexels

Lo Champagne è  tra i pochissimi Vini ai quali sia stato attribuito un inventore, l’abate benedettino Dom Pierre Pérignon, anche se sulla storia della sua origine esistono varie versioni.

I Vini della regione Champagne erano conosciuti fin dal Medioevo; venivano prodotti principalmente dai monaci delle numerose abbazie presenti nella regione, che lo usavano come Vino da messa.

Anche nelle corti francesi questi Vini, fini e leggeri, erano molto apprezzati, tanto che venivano offerti in segno di omaggio agli altri regnanti europei; si trattava però di Vini fermi e generalmente rossi.

Le guerre ed i saccheggi che nel XVII secolo devastarono la regione, causarono la distruzione e l’abbandono delle abbazie, dei conventi e delle vigne annesse.

Intorno al 1670, Pierre Pérignon, giovane monaco benedettino, giunse all’abbazia d’Hautvillers, vicino a Épernay, con l’incarico di tesoriere; all’arrivo, trovò il convento e le vigne in uno stato di totale abbandono e si mise subito all’opera per rimetterle in sesto.

Il suo lavoro fu indirizzato principalmente alla produzione del Vino; da perfezionista quale era, contibuì enormemente allo sviluppo di questo settore:

  • selezionando le uve migliori;
  • individuando i terreni più vocati alla produzione,
  • affinando le tecniche del taglio dei vini (assemblaggio di uve dello stesso tipo provenienti da zone diverse),
  • optando per una spremitura soffice delle uve, al fine di ottenere un mosto chiaro anche da uve a bacca nera;
  • sostituendo i tappi di legno tonco-conici usati fino allora, con tappi di sughero, assicurati con una gabbietta metallica.

Tutte tecniche caratteristiche in vigore, ancora oggi, della produzione dello Champagne.

Champagne Dom Perignon
Quando si versa un Dom Perignon, è sempre un bel momento
Foto: Rene Asmussen – Pexels

L’abate arrivò a comprendere che la spuma era dovuta a una rifermentazione del Vino, con conseguente produzione di anidride carbonica.

Da quel momento in poi anche altri viticoltori della zona cominciarono a produrre il Vino secondo le indicazioni dell’abate, contribuendo all’affinamento delle tecniche di produzione.

Ad esempio il problema della formazione di un deposito nelle bottiglie durante la seconda fermentazione (la cosiddetta feccia) fu risolto dai tecnici dell’azienda di Barbe Nicole Ponsardin, vedova Clicquot (la famosa Veuve Clicquot).

Essi infatti inventarono le pupitres (strutture a V rovesciata costituite da due tavole di legno incernierate su un lato e dotate di fori nei quali inserire i colli delle bottiglie).

Inventarono anche il remuage, tecnica che consentiva di effettuare la separazione dei lieviti dal Vino, dando così allo Champagne la necessaria limpidezza.

La leggenda vuole che la forma del bicchiere a coppa in cui veniva servito fosse stata modellata sulla forma, considerata perfetta, del seno di Madame De Pompadour o forse di Diana De Poitiers, o di altre ancora.

E’ certo che che lo Champagne è un Vino spumante la cui notorietà è diffusa in tutto il mondo e il cui uso ha assunto valenza simbolica in diverse situazioni (ad esempio al varo delle navi, alle premiazioni delle gare automobilistiche e ciclistiche e in generale a tutte le celebrazioni di eventi importanti).

Nel 1887: il Syndicat des Grandes Marques de Champagne ottiene dalla Corte d’Appello di Angers una sentenza che riconosce la proprietà della denominazione Champagne ai soli Vini prodotti integralmente nel territorio dello Champagne.

Durante il periodo 1890-1894 si registrò la distruzione della maggior parte dei vigneti, a causa della fillossera.

1908: prima delimitazione della zona di produzione dello Champagne, basata sul criterio della tradizione viticola: la Marna (Reims, Epernay, Vitry-le-François) e l’Aisne costituiscono la zona tutelata dalla denominazione, territorio che si estende per circa 15 000 ettari.

22 luglio 1927: la legge francese fissa la delimitazione geografica della Champagne viticola: in tutta la regionee vengono censiti i comuni idonei a produrre il Vino a denominazione.

Inoltre vengono inseriti i territori dell’Aube e una serie di comuni che erano stati omessi durante la delimitazione del 1908; a questo punto, la superficie della zona viticola è pari a ben 35 280 ettari.

Nel periodo 1931-1935 si ebbe una crisi di sovrapproduzione ed un crollo nelle vendite.

Il 29 giugno 1936, al fine di garantire autenticità e qualità dal territorio, viene introdotta la denominazione Champagne d’Origine Contrôlée (A.O.C.).

La produzione

Champagne monovitigno
Uno Champagne rosé monovitigno
Foto: Jack Williams – Pexels

Lo Champagne viene prodotto secondo il Metodo Champenoise; questa definizione è utilizzabile solo per i Vini spumanti con metodo della rifermentazione in bottiglia, prodotti nella regione Champagne.

Nel resto del mondo – incluse quindi anche le altre zone di Francia – tale procedimento viene denominato Metodo della rifermentazione in bottiglia o Metodo Tradizionale o ancora Metodo Classico.

Uno dei passaggi chiave della produzione di questo nettare è certamente l’assemblaggio (cuvée in francese, blending in inglese).

Alla fine della fermentazione alcolica, i Vini di base, di diversi vitigni e diverse annate, vengono sapientemente miscelate dallo chef de cave.

Questo al fine di ottenere il perfetto equilibrio fra sapore, livello zuccherino e acidità.

Esistono alcune eccezioni illustri, quali Salon, Krug e pochi altri.

Ultimata questa fase, si passa all’imbottigliamento, alla presa di spuma ed alla chiusura della bottiglia con tappo a corona.

A seguire affinamento, remuage, sboccatura, dosaggio, tappatura con tappo di sughero e gabbietta metallica; proprio come succede con quello che in Italia viene denominato Metodo Classico.

Classificazione

Gli Champagne si differenziano per:

  • il colore: può essere biancorosé; lo Champagne rosè può essereprodotto mescolando Vini bianchi e Vini rossi, oppure o da una breve macerazione a contatto con le bucce delle uve a bacca nera;
  • il tipo di uve utilizzate: i Vini ottenuti da sole uve a bacca bianca si chiamano blanc de blancs;quelli ottenuti da sole uve a bacca nera si chiamano blanc de noirs;
  • il dosaggio: tecnicamente è l’aggiunta allo Champagne, prima dell’imbottigliamento, di una piccola dose di sciroppo composto da zucchero di canna, vini vecchi e – ormai molto raramente – Cognac o altri Distillati, Qualora invece,la liqueur fosse composta unicamente da Vino del medesimo lotto di rifermentazione ed – eventualmente – zucchero, sarà Pas Dosè;
  • l’annata: se il Vino base è realizzato con vini prodotti da uve raccolte in anni diversi, lo Champagne è sans année; quando invece il Vino base viene prodotto al 100% con uve raccolte in un unico anno, allora lo Champagne è millésime.

I formati

Champagnes prestigiosi
Maison di grande prestigio: Krug e Luis Roderer
Foto: Robert – Pexels

La classica bottiglia da Champagne si chiama Sciampagnotta; ha una capacità di 0,75 litri ed è più spessa e più resistente rispetto alle normali bottiglie di Vino.

I produttori di Champagne hanno creato nel XIX secolo una serie di bottiglie dalle diverse capacità, come descritte di seguito:

  • Huitième: 1/8 di bottiglia (rara);
  • Mignonette: 1/4 di bottiglia;
  • Demie: mezza bottiglia;
  • Moyenne 4/5 di bottiglia (rara);
  • Bouteille: Standard (0,75 litri);
  • Magnum: 2 bottiglie;
  • Jéroboam: 4 bottiglie;
  • Réhoboam: 6 bottiglie;
  • Mathusalem: 8 bottiglie;
  • Salmanazar: 12 bottiglie
  • Balthazar: 16 bottiglie;
  • Nabuchodonosor: 20 bottiglie;
  • Salomon: 24 bottiglie;
  • Souverain: 35 bottiglie;
  • Primat: 36 bottiglie;
  • Melchizédec: 40 bottiglie.

Soltanto la Demie, la Bouteille e la Magnum vengono utilizzate per la seconda fermentazione, mentre gli altri formati vengono riempiti con Vino già fermentato.

Alcuni produttori hanno messo in commercio bottiglie di capacità superiore alla Jéroboam – denominate, ad eccezione del Souverain e del Primat, con nomi di re biblici – come la Salomon (18 litri) o la Melchizédec (30 litri).

Questi formati sono molto poco usati, in quanto difficilmente maneggiabili, fragili e molto costosi.

Descrizioni di legge sull’etichetta

Champagne ghiacciato
Uno Champagne ghiacciato e la vista del mare…. cosa manca?
Foto: Kipras Zabeliauskas – Pexels

Sull’etichetta di una bottiglia di Champagne si trova una serie informazioni:

  • la marca,
  • il nome dell’imbottigliatore,
  • il dosaggio (pas dosébrut, ecc.),
  • l’eventuale millesimo,
  • la data della sboccatura (facoltativa ma sempre più indicata),
  • il comune d’origine delle uve,
  • talvolta il livello qualitativo delle uve: Grand cru per i diciassette comuni che hanno diritto a fregiarsi di questo titolo (il più pregiato) o Premier cru per altri quarantuno comuni.
  • Inoltre è obbligatorio indicare l‘organizzazione professionale dell’imbottigliatore, con una sigla di due lettere, in genere stampata con caratteri minuscoli.

Questa sigla, che è probabilmente l’indicazione più importante per definire la qualità e il valore di uno Champagne, ha i seguenti significati:

NM: négociant-manipulant; è il caso di una casa produttrice che compra le uve e le assembla per elaborare e commercializzare il Vino; si tratta in generale degli Champagne più pregiati, prodotti dalle principali maison;

RM: récoltant-manipulant; raggruppa l’insieme dei vignaioli che elaborano e commercializzano le proprie uve; si tratta in generale di prodotti molto buoni;

CM: coopérative de manipulation; è il caso di gruppi di produttori che assemblano le uve, le elaborano e le commercializzano; si tratta in genere di prodotti non eccelsi, ma buoni;

RC: récoltant-coopérateur; i viticoltori conferiscono le loro uve a una cooperativa che esegue la vinificazione e restituisce il prodotto finito ai singoli produttori per la commercializzazione;

ND “négociant-distributeur; simile a MA

MA: marque d’acheteur; è il caso di un commerciante che acquista le bottiglie pronte per il consumo e le commercializza con il proprio marchio.

La degustazione

Lo Champagne va servito sempre freddo, ma non ghiacciato, a una temperatura tra i 6 °C e gli 8 °C se è giovane, e fino ai 10 °C per uno più maturo o millesimato.

Quanto al bicchiere, andata in disuso la classica coppa, per due fondamentali motivi:

  • la superficie troppo ampia della sua apertura permette alle bollicine di disperdersi troppo velocemente, portandosi dietro profumi ed aromi fondamentali,
  • è poco pratica da maneggiare, ed è facile versare il contenuto a terra.

C’è solo un’eccezione, per la quale la coppa ha ancora un’utilità: nel caso degli Champagne dolci, che hanno necessità di esprimere subito i loro profumi e trovano in questo formato il partner ideale.

Dalla coppa si è in seguito passati alla flùte, calice alto e stretto, perfetto per esaltare il perlage e mantenere i profumi, ormai anch’esso soppiantato dal bicchiere a tulipano.

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