Edoardo Barman A.I.B.E.S.
Pisco
Pisco

Pisco

Il Pisco

Macchu Pisco
Un Pisco acholado: Macchu Pisco
Foto: Edoardo Barman A.I.B.E.S

Il Pisco è un distillato peruviano di uva che, secondo il disciplinare, può essere fermentata o semifermentata.

Utilizzando questa materia prima, costituisce praticamente la via di mezzo tra il Brandy (Distillato di Vino) e la Grappa (Distillato di vinaccia).

Le uve ammesse per la produzione di Pisco sono 8, di cui 4 uve aromatiche:

  • Albilla;
  • Ilalia;
  • Moscatel;
  • Torontel;

e 4 uve non aromatiche:

  • Negra criolla;
  • Mollar;
  • Uvina;
  • Quebrenta.

Il Pisco, a seconda delle uve utilizzate, assume 4 diverse denominazioni:

  • Puro per produrlo, viene distillato il fermentato di una sola varietà di uva, aromatica o non;
  • Acholado viene distillato il fermentato di diverse uve;
  • Aromatico viene distillato il solo fermentato di uve aromatiche;
  • Mosto Verde (il più pregiato)viene distillata uva semi-fermentata.

Le aree produttive sono:

  • Lima,
  • Ica,
  • Arequipa,
  • Moquegua,
  • Tacna.

La storia

Pisco Demonio de los Andes
Demonio de los Andes, Pisco puro
Foto: Autore sconosciuto

Per arrivare alle origini del Pisco, il cui nome deriva dall’omonima città peruviana, occorre risalire al XVI secolo, quando i primi conquistadores spagnoli arrivarono in Perù.

Risulta che quando questi giunsero in Perù, le popolazioni indigene offrirono loro in segno di pace la Chicha, una bevanda a base di mais masticato, sputato e fermentato.

Gli spagnoli non gradirono particolarmente; cominciarono quindi ad impiantare le viti e produrre il Vino per la messa e per il loro consumo.

La nuova bevanda ebbe da subito grande successo anche presso i peruviani, ed i vigneti si moltiplicarono a punto tale che cominciarono ad esportare Vino in Europa, facendo concorrenza ai vini spagnoli.

Fù così che il governo di Spagna impose al Perù limiti molto restrittivi sull’esportazione del loro Vino.

Improvvisamente i peruviani si ritrovarono con grandi quantità di Vino che non riuscivano a vendere; venne loro in mente di cominciare a distillarlo: fu così che nacque il Pisco.

La paternità di questo ottimo prodotto è stata rivendicata per lunghi anni dal Cile, a quanto pare senza successo.

Oggi anche il Cile produce questo distillato, con gli stessi metodi dei peruviani, con la sola differenza che ha solamente 3 vitigni autorizzati, ma non può chiamarlo Pisco.

Il Pisco peruviano ha ottenuto la D.O.C. alla fine dello scorso millennio, unitamente al disciplinare sulla produzione.

La produzione

Pisco Portòn
Pisco Portòn, mosto verde, quality top
Foto: Autore sconosciuto

Le uve delle varietà sopra descritte vengono raccolte ed immediatamente pigiate, dopodiché vengono trasferite, insieme alle vinacce, nei tini di fermentazione.

Una volta raggiunto il grado di fermentazione voluto, il mosto non filtrato – quindi insieme alla vinaccia – viene distillato in generalmente in alambicco continuo a colonna.

I gioielli vengono invece passati nell’alambicco tradizionale, di tipo discontinuo, denominato falcas, che ricorda nella forma un piccolo charentais francese.

Seguono la riduzione del grado alcolico e l’imbottigliamento.

Il Pisco non viene mai invecchiato: dopo l’aggiunta di Acqua per la riduzione del grado alcolico, viene lasciato per 3 mesi a riposare in contenitori inerti (di vetro o di acciaio) per l’affinamento.

Terminatoa questa fase, il Pisco è pronto per l’imbottigliamento e la distribuzione.

La degustazione

La degustazione liscia del Pisco viene detta trago corto ed utilizza il classico bicchiere a tulipano.

Consiste nel sorseggiarlo e trattenerlo in bocca qualche secondo prima della deglutizione, in modo da apprezzarne il bouquet.

Ma il suo utilizzo migliore e più conosciuto, soprattutto per gli acholados, è nei Cocktails, tra i più conosciuti, vi sono:

  • Pisco sour o Chalaquito per i sudamericani, il più conosciuto, Cocktail ufficiale I.B.A. , semplicemente delizioso, se ben fatto;
  • Chilcano ottimo long drink;
  • Piscola, giovane e leggero, miscelato con cola.

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