Il Vino di Banyuls
Si tratta di un Vino dolce fortificato, ottenuto a partire da uva Grenache, nella misura del 75% per il Banyuls Grand Cru e del 50% per il Banyuls.
Gli altri vitigni impiegati sono il Grenache grigio (tra 15 e 40%), il Carignan, il Cinsault, il Syrah e il Mourvèdre (10%).
Il Banyuls è generalmente rosso, ma si vinifica anche bianco o rosé.
Vino tipico del Roussillon, la regione più meridionale della Francia, ai confini con la Spagna: circa 1700 ettari di vigne che si susseguono in terrazze sostenute da 6000 chilometri di muretti.
In questo caso è lecito parlare di viticoltura eroica.
Dal 1909, l’A.O.C. Banyuls (produzione 30.000 ettolitri) è riservata ai Vini prodotti e imbottigliati in una zona ristretta, compresa fra i comuni di Cerbère, Banyuls-sur-Mer, Port-Vendres e una parte di Collioure.
Le tipologie di Vino di Banyuls sono:
- Blanc,
- Rosé,
- Rimage,
- Ambré,
- Tuilé,
- Hors d’Age,
- Rancio.
Questi Vini vengono invecchiati in botti e tini di legno, in genere molto vecchi ed il Vino viene lasciato a contatto con l’ossigeno.
Qesta ossidazione, nel caso del Banyuls rancio viene accelerata dall’invecchiamento all’aperto; col tempo, gli aromi di frutta maturano, per poi lasciare il posto ad un complesso aromatico molto ricco di frutta secca, tabacco, cuoio, spezie.
I Banyuls rimage ed alcuni bianchi vengono invece invecchiati al riparo da qualsiasi ossidazione; l’obiettivo, in questo caso, è preservare la freschezza aromatica e le qualità vinose del Vino, mentre le specificità di ogni annata ne definiranno lo sviluppo e il potenziale di invecchiamento.
A seconda dell’età e delle tecniche di invecchiamento, il Vino di Banyuls si presenta con riflessi luminosi di rubino, granato, mattonati, fino al mogano e ai toni bruni del caffè.
Il profumo è speziato, di pepe e vaniglia, mentre il gusto rimanda alle prugne, alle mandorle, alla liquirizia, alla frutta in composta, al cacao.
La storia
La città che ora si chiama Banyuls assunse il nome di Banils de Maritimo nel 1074.
Secondo alcuni storici l’organizzazione delle vigne, impiantate dai Greci e dai Fenici, sarebbe stata stravolta durante il Medioevo dai Templari, che vi avrebbero installato un sistema di filtraggio e di drenaggio delle acque piovane, che in altre località è tuttora in uso.
Fino alla metà del XIX secolo l’economia rurale della regione era basata sul trittico mediterraneo (vite, olivo e cereali), ma paesaggio ed economia furono sconvolti dalla combinazione di 2 fenomeni:
- da un lato, la fine dei divieti reali sulla vite incentivò gli agricoltori ad espandere la coltura della vite;
- dall’altro, l’apertura del porto di Port-Vendres alla marina mercantile, avvenuto nel 1851, della strada nazionale n° 114, avvenuto nel 1871 e della stazione internazionale di Cerbère, consentono ai contadini di esportare il loro Vino a prezzi elevati e di importare cereali a basso costo.
Il concetto della policoltura viene quindi rapidamente sostituito dalla monocoltura della vite: questa ultima, essendo economicamente molto redditizia, viene impiantata ovunque, a scapito dei cereali, peraltro meno adatti al sottosuolo della regione.
Con le pandemie (fillossera e oidio) e la crisi del 1907, il fenomeno dell’espansione della vite si è progressivamente ridotto a partire dal 1914, per stabilizzarsi all’inizio degli anni trenta.
Il raccolto del 1906 era stato disastroso in tutto il Rossiglione, ma questo non ha impedito la caduta dei prezzi del Vino; le famiglie di viticoltori incontrarono difficoltà finanziarie tali da non poter più pagare le tasse.
Informato, il governo ha prontamente provveduto all’invio degli ufficiali giudiziari, ma i viticoltori cominciarono a ribellarsi.
Tutto cominciò, nel 1907, nel villaggio di Baixas, dove Joseph Tarrius, viticoltore e farmacista, inviò al governo una petizione firmata dagli abitanti del villaggio, precisando che l’unica tassa che i contribuenti potevano ancora pagare era quella del sangue.
Nel frattempo, le proteste si moltiplicarono: il 19 maggio, a Perpignan, una folla di oltre 170.000 persone ha marciò per la città; fortunatamente senza provocare incidenti gravi.
Ma nei dipartimenti di Gard, Hérault, Aude e dei Pirenei orientali, oltre 600 consigli comunali si dimisero collettivamente, alcuni proclamndo uno sciopero fiscale.
A Perpignan la prefettura venne saccheggiata e data alle fiamme ed il prefetto dovette rifugiarsi sul tetto.
La produzione
Quando gli acini hanno raggiunto una concentrazione zuccherina pari a 252 gr:/lt. si inizia la vendemmia.
Seguono pigiatura, diraspatura e fermentazione, a contatto con le bucce, che dura da tre a sei settimane.
Trascorso questo periodo, la fermentazione viene interrotta mediante l’aggiunta di Alcol a 96° in quantità pari al 5-10% del mosto.
Questa aggiunta è precoce per produrre un Vino di Banyuls dolce, più tardiva per un Banyuls secco.
A questo punto, il Vino, che presenta una gradazione alcolica tra 15° e 18°, viene versato in botti di legno di quercia o in damigiane di vetro esposte all’aria aperta, dove resterà almeno fino al settembre successivo.
I Grand cru resteranno invece nelle botti da 30 a 120 mesi, per raggiungere la complessità e la pienezza del bouquet.
L’invecchiamento può anche avvenire in ambiente riduttivo, in bottiglie coricate, per produrre dei Rimatge.
Solo le grandi cuvèes possono produrre dei Banyuls Rimatge, in catalano l’età dell’uva.
Abbinamenti gastronomici
Gli abbinamenti più comuni, forse anche più scontati sono quelli con dolci e prodotti di pasticceria.
La maggioranza del Vino di Banyuls Rouge si accompagnano molto bene a torte al cioccolato, alla Sachertorte, ai brownies, al castagnaccio, a crostate di frutta, al Panpepato.
Nel caso di Vini più strutturati o con lungo invecchiamento, si possono azzardare abbinamenti a piatti salati o molto saporiti quali:
prugne avvolte di pancetta, secondi quali petto d’anatra glassato, carrè di agnello, foie gras e formaggi stagionati, piccanti o erborinati (Roquefort, Blue d’Auvergne, Fourme d’Ambert, Stilton, Gorgonzola, Queso de Cabrales, Danablu).
Il Vino di Banyuls Blanc va in genere bevuto giovane, grazie alle sue note fresche di frutta bianca, vanigliate e agrumate; si accompagna a dolci con miele o crostate di pere, fragole o fichi, tarte tatin, crema catalana, buccellato siciliano.