Edoardo Barman A.I.B.E.S.
London Dry Gin e Gin americano
London Dry Gin e Gin americano

London Dry Gin e Gin americano

London Dry Gin e Gin americano

Tanqueray London Dry Gin
Uno dei “pezzi grossi” citati da Emen: Tanqueray
Foto: Nidhin K.S. – Pexels

Riporto l’articolo di Jake Emen, giornalista freelance di San Diego, esperto in Whisky, Distillati e cucina, pubblicato su www. distiller.com:

“C’è una enorme possibilità di scelta di Gin al giorno d‘oggi, che offre uno spettro completo di sapori e stili.

Si tratta di un enorme allontanamento per una categoria che un tempo era dominata da marchi che rappresentavano uno stile singolare, quello del London Dry Gin.

Un contrasto con quel portabandiera è il mondo del nuovo Gin americano. Con questo in mente, diamo un’occhiata ai due insiemi in modo da poterli valutare meglio.

London Dry Gin

London Dry Gin è ciò a cui la maggior parte delle persone pensa quando immagina il Gin; è certamente lo stesso che i tuoi genitori o nonni avrebbero immaginato.

Ma ancora oggi, molti dei gin più venduti e più famosi al mondo rientrano esattamente in questo ambito tradizionale, che significa non guardare oltre i “pezzi grossi”, come Beefeater, Gordon’s e Tanqueray.

Il London Dry Gin non deve essere prodotto per forza a Londra, né in Inghilterra o nel Regno Unito.

Certamente la categoria rappresenta legami storici con la città di Londra, ma può essere prodotto in qualunque parte del mondo, purché lo stile sia fedele al disciplinare.

“Per contestualizzare Londra, il Gin è lo spirito dell’Inghilterra e il Gin è nato a Londra”, afferma Jared Brown, mastro distillatore di Sipsmith.

Aviation, Gin americano
Un American Gin citato da Emen: Aviation
Foto: Autore sconosciuto

Gin Americano

Americano; nuovo americano; contemporaneo; moderno. “Una rosa con qualsiasi altro nome avrebbe un profumo altrettanto dolce“, disse una volta un ragazzo, quindi chiama la categoria come vuoi.

L’importante è che tutti questi termini si riferiscano alla stessa cosa. Tuttavia, la definizione precisa della categoria è forse più difficile da stabilire; il nuovo Gin americano può essere praticamente qualsiasi cosa e non è codificato in alcun modo ufficiale.

L’elemento coerente, e il più importante, è che il ginepro è notevolmente ridotto rispetto ai London dry gin; di conseguenza, il nuovo gin americano offre ai bevitori una pausa da quel pugno di pino in faccia dei gin tradizionali. Inoltre, con quel ginepro abbattuto di un paio di tacche, altri botanici possono, a loro volta, essere evidenziati al suo posto.

Questo include le botaniche tradizionali del Gin, come scorze di agrumi, coriandolo, cardamomo e angelica. Ma ciò significa anche che un’ampia gamma di botanici più unici e fantasiosi può essere al centro dell’attenzione.

ALCUNI ESEMPI

Andrew Auwerda, il co-fondatore di Philadelphia Distilling, ricorda che il suo Bluecoat Gin è stata la prima distilleria a chiamare il suo prodotto American dry Gin quando ha debuttato nel 2006.

Il suo obiettivo era quello di offrire un ginepro più morbido e rotondo, mettendo in risalto gli agrumi e la ricerca di un profilo complessivamente equilibrato. “Questo, per noi, definisce americano”, dice.

L’ispirazione è venuta dal modo in cui le persone arricchivano un Gin tonic con una forte spremuta di agrumi per aggiungere un sapore brillante e ammorbidire il profilo della bevanda. Anche con alcune leve tirate su e giù, Bluecoat è abbastanza tradizionale nel complesso. “Bluecoat è ancora un Gin classico in quello stile secco”, afferma Auwerda.

Un altro marchio tent pole per la categoria è Aviation American Gin, anch’esso entrato in scena nel 2006. Chi sapeva che sarebbe stato un anno così fondamentale per il Gin americano?

Molto prima che Ryan Reynolds entrasse nell’ovile, Aviation si è costruita come un gin ben bilanciato con un sottile ginepro. Vengono utilizzate botaniche come lavanda, anice e salsapariglia. Questo trio completa i sapori principali del Gin come buccia d’arancia, cardamomo, coriandolo e ginepro.

Conniption American Dry Gin è un’altra forte rappresentazione dello stile. Fiori di caprifoglio e cetriolo si uniscono alla mischia accanto a una base botanica più tradizionale.

I due lati del profilo di questo Gin sono addirittura distillati separatamente. Le botaniche tradizionali vengono distillate insieme. Nel frattempo il cetriolo, il caprifoglio e gli agrumi vengono distillati singolarmente sottovuoto e poi miscelati nella base esistente.

TERROIR NEL GIN?

Guardando indietro a Londra, il Gin non era spesso associato a un termine come terroir. Tuttavia, con Sipsmith, Brown ha basato il prodotto sulla ricerca storica e, dal suo approvvigionamento idrico al suo luogo di origine, mirava a un Gin rappresentativo del suo luogo. “Questa è la provenienza, questo è il nostro terroir: Londra”, dice.

Certamente l’utilizzo di botaniche autoctone in un luogo specifico offre terroir, e in questo modo ora è qualcosa che viene discusso comunemente con il Gin.

Puoi trovare tali sforzi ovunque dall’Australia con Four Pillars, a Islay con The Botanist, e sì, negli Stati Uniti con St. George Terroir Gin.

È una passeggiata attraverso un boschetto di sequoie in una bottiglia, con botaniche evidenziate di abete Douglas, alloro della California e salvia costiera, in cima a un set botanico tradizionale. È quanto di più americano in un Gin che puoi ottenere.

La parte migliore è che se sei un tradizionalista con il tuo Gin, preferisci i concorrenti più contemporanei della categoria, o pensi che ci sia un tempo e un luogo per entrambi, ci sono esempi più eccellenti che mai da godere.

Pronto a fare i tuoi paragoni tra London dry e Gin americano?”

Replica:

N.3, London Dry Gin
Difficile battere campioni come questo…..
Foto: Edoardo Barman A.I.B.E.S.

Io, che mi sono posto più o meno la stessa domanda di Jake, ho fatti diversi paragoni, ma resto decisamente a favore di quella che viene chiamata la tradizione: per me, sorseggiare un buon London Dry Gin, solo o miscelato, non corrisponde affatto ad un “pugno in faccia di pino“; trovo invece che i L.D.G., anche quelli meno blasonati, siano sempre equilibrati ed anche eleganti; caratteristiche che in genere non ritrovo negli altri Gin.

Gin americani a parte, anche l’ìItalia ha visto un proliferare enorme di nuovi Gin, quasi nessuno dei quali prodotti in ossequio al disciplinare London Dry e devo dire che fatico a trovarne uno che assecondi il mio gusto.

Sarà perché il London Dry viene prodotto secondo un disciplinare molto rigido:

“Nel caso del London Dry Gin tutte le botaniche devono essere presenti nell’unica Distillazione, terminata la quale non è più possibile aggiungere altre aromatizzazioni né colorazioni.

Nel caso di un Distilled Gin, invece, botaniche e aromatizzazioni possono essere aggiunte anche dopo la distillazione, per dare una firma peculiare al prodotto; spesso i distilled Gin sono frutto dell’assemblaggio di diverse infusioni e distillazioni, per far sì che ogni botanica sia preservata negli aromi e profumi.

Esistono poi i Compound Gin, ottenuti dalla miscelazione a freddo in Alcol cerealicolo neutro delle botaniche tipiche dei Gin.

Lo Sloe Gin, invece, è ottenuto a partire da Gin infuso con prugnolo selvatico.

Detto questo, continuo a ritenere che il London Dry Gin continui ad essere la maniera pù nobile e pura di produrre Gin; il fatto che Jake Emen non menzioni il disciplinare sopra riportato, mi fà pensare si sia volutamente sbilanciato a favore del nuovo Gin americano.

Considero quindi il suo articolo una sorta di redazionale pubblicitario, ma resto disponibile a cambiare idea, qualora dovessi trovare dei Gin con un profilo gustativo superiore ai London Dry.

Ritengo infine che i produttori che vogliono sottrarre quote di mercato ai pezzi grossi del settore, potrebbero confrontarsi con questi ultimi sul loro stesso terreno: non so se riuscirebbero nell’impresa, ma in molti casi offrirebbero prodotti qualitativamente migliori.

Tralascio l’argomento del Terrioir nel Gin, che spesso viene utilizzato unicamente nel tentativo di giustificare un prezzo superiore (c’è chi lo fa anche con la Vodka)….

In conclusione, trovo che la Comparazione tra London Dry Gin e Gin americano, per quello che è la mia personale esperienza, vada in direzione opposta a quella di Emen; questione di ìgusti? Forse….

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